Stories - QUARANTADUE CHILOMETRI

Quarantadue chilometri anzi per l’esattezza quarantadue chilometri e centonovantacinque metri: questa è la lunghezza ufficiale della maratona.  Conosco Maurizio da diversi anni, lui è uno sportivo. Da ragazzo è stato agonista nel ciclismo poi ha deciso di smettere. La sua fame di sport gli ha fatto poi incontrare la maratona. Ne ha gareggiate tante, quasi 50.  Una calda giornata d’estate siamo nel giardino della sua casa in montagna e chiacchierando mi dice che si iscrive a correre la maratona di Dublino. Mi chiede se mi va di accompagnarlo e io prontamente dico di si; non tanto per la gara, non sono proprio uno sportivo, ma è una buona occasione per visitare Dublino. L’autunno arriva in fretta e in una fresca mattinata di fine ottobre partiamo da Bergamo per l’Irlanda.


Sistemati i nostri bagagli in albergo ci spostiamo verso l’Expò, una specie di fiera per i maratoneti. Li si riceve il pettorale e i gadget ufficiali della corsa. Ci sono tutti gli stand delle aziende che producono materiali e alimenti per la corsa e i vari sponsor. C’è anche un grande muro bianco dove tutti gli atleti scrivono qualcosa, una dedica, un saluto o semplicemente il loro nome. Fuori, per le strade, fervono i preparativi: domattina c’è la gara.

La giornata prosegue in relax e stasera a letto presto. La nostra camera diventa un piccolo campo base dove Maurizio prepara le sue cose e gli ultimi accorgimenti prima della corsa.

Sveglia all’alba. Accompagno il mio amico alla partenza. Le città hanno sempre un grande fascino al risveglio, poca gente, aria frizzante e colori al top. Arriviamo a destinazione e si apre un mondo nuovo ai miei occhi; un mix di umanità e situazioni che non possono sfuggire all’occhio attento di un fotografo.

Tutto è pronto oramai. La maratona parte. Migliaia di partecipanti affrettano il passo che li porterà in un lungo giro fuori dalla città per farli rientrare dopo un paio d’ore per i professionisti e altre ore dopo per gli amatori e chi partecipa per puro divertimento. Una cosa che mi lascia sorpreso è il pubblico. Non esiste una tifoseria a senso unico, per un atleta o per un altro; tutti vengono supportati e spronati a correre fino al traguardo. In poco tempo mi rendo conto che la maratona riunisce tutti sotto una grande famiglia senza esclusione alcuna. Ecco, questo è lo spirito giusto e questo Maurizio lo sa bene; ed è sicuramente la forza che tutte le volte lo spinge a ricominciare, a partecipare.