Stories - AUTOSCATTI SUL BOSFORO    (ENG)

Il tempo trascorre lento tra i grandi sassi messi li, ai lati del Bosforo, a protezione della città. Gruppetti di amici si attardano in chiacchiere, ascoltando musica, qualcuno scatta foto. In lontananza lo skyline di una Istanbul moderna, convulsa, caotica; crocevia tra Oriente e Occidente. Una leggera brezza regala un po’ di frescura alla calda giornata estiva. Tra un po’ sarà sera. Il vento trascina via le nuvole verso ovest .

Scendendo dalla collina verso il mare, lasciandosi alle spalle il Palazzo del Topkapi, si arriva a lambire il mar di Marmara proprio dove inizia il Bosforo. Seguendo le vecchia mura della città di Istanbul, a ridosso del mare, corre verso sud ovest la Kennedy Avenue; una strada veloce che collega la vecchia stazione di Sirkeci, capolinea del mitico Orient Express, all’aeroporto internazionale Ataturk. Siamo nella parte Europea della città. La strada è protetta dalle intemperie del mare da una scogliera artificiale. Proprio tra queste rocce, nelle calde sere d’estate, si ritrovano gli abitanti della città; lontano dagli occhi dei turisti e dal caos della megalopoli si siedono tra i sassi in mezzo agli spruzzi delle onde. Ascoltano musica, bevono te, qualcuno cena arrostendo su un fuoco improvvisato del pesce pescato sul Bosforo. Assistono al passaggio di grosse navi da carico dirette verso le coste Russe o Ucraine nel mar Nero. Dopo il tramonto la città si accende di migliaia di luci come un immenso lunapark; dall’altra parte del canale, con i quartieri di Uskudar e Kadikoy, la parte Asiatica di Istanbul. Allora arriva il momento di prendere in mano lo smartphone e immortalarsi con un selfie in uno scenario davvero mozzafiato. Per chi è arrivato fin qui attraversando una delle città più grandi del mondo stasera ne è valsa veramente la pena.

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